News

«Le ansie vanno affrontate in famiglia e nelle scuole»

«Verbalizzare i timori aiuta a renderli meno spaventosi. Paradossalmente la Dad ha “protetto” i ragazzi».

VENEZIA. «Famiglia e scuola siano il primo luogo in cui affrontare le paure». A dirlo è Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto. I disagi dei giovani veneziani non sono scomparsi con l’attenuarsi dei contagi da Covid. «Paradossalmente», spiega Pezzullo, «il ritorno alla normalità può essere più ansiogeno dell’abitudine alla Dad, perché ragazzi e ragazze si erano adattati a un ambiente più “protettivo”. La guerra di sicuro aumenta l’ansia su uno scenario che ha vissuto la fatica pandemica, ma scuola e famiglie ne devono parlare. Verbalizzare le paure, aiuta a renderle meno spaventose. Al di fuori dell’ambito scolastico, vi sono colleghi psicologi che lavorano da mattina a sera con liste d’attesa lunghissime. Servono investimenti strutturali, che partano da scelte politiche nazionali». Quest’ultimo elemento è confermato anche dal Telefono Amico di Venezia. «Non è trascurabile il numero di persone che ci hanno confidato di aver avuto il nostro numero dai terapeuti che li avevano in carico», dice Gianni Cortesi, «che si trovavano impossibilitati a seguirli di persona». Il prof Fabio Barina, responsabile dell’associazione Gilda Venezia (associazione professionale e organizzazione sindacale degli insegnanti), conferma anche le ansie degli alunni relativamente all’esame di maturità. «Alunni e alunne delle superiori sono più in difficoltà», dice, «perché è stato modificato l’esame a febbraio cambiando in corsa la programmazione. Fortunatamente vi saranno commissioni interne e questo aiuterà». Infine Adriano Canal dell’associazione italiana dislessia di Venezia, spiega che «gli incontri diretti con gli insegnanti sono stati ridimensionati. Dopo momenti di sospensione, quando si torna in classe c’è una pioggia di verifiche per cui la concentrazione è messa sotto pressione nell’arco della giornata. Gli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento possono dare molto, per cui è necessario che tutte le scuole dialoghino con le famiglie e non mettano in secondo piano i percorsi intrapresi prima della pandemia. Vi sono scuole super virtuose, altre che invece lasciano più spazio all’aspetto burocratico».

Alberto Sanavia

Testata: La nuova Venezia