Rassegna Stampa

Oltre 2700 bocciature per le troppe assenze.«C’è sfiducia nel futuro»

Gruppo Gedi

Il fenomeno sta facendo breccia tra i ragazzi veneti che frequentano le superiori
Pezzullo: «Hanno inciso il Covid e ora la crisi economica, che provoca incertezze»

Luca Pezzullo, presidente veneto dell’Ordine degli psicologi, parla di «disinvestimento generazionale». Un’espressione per descrivere un fenomeno che è diretta conseguenza di questi tempi confusi. «Una volta ai ragazzi veniva detto: studia, poi laureati. Titroverai un lavoro e metterai su famiglia. Un percorso scandito da tappe precise, che ora è precario, non più univoco».

LE ASSENZE DA SCUOLA.Probabilmente c’è anche questo alla base del fenomeno che sta facendo breccia tra un numero sempre più largo di studenti: un abbandono scolastico non certificato, ma che si legge nelle continue assenze, nei ritardi, nelle mattinate trascorse sotto le coperte, mentre i compagni di classe sono dietro il banco. Abulia e disinteresse, che proietta una quota sempre maggiore della giovane generazione nel limbo dell’incertezza e dello scetticismo verso il futuro. Nelle assenze da scuola che poi si tramutano nella bocciatura alla fine dell’anno scolastico, indipendentemente dai voti sul registro.

I NUMERI. Tra le scuole superiori, nell’anno scolastico 2021-22, è stato così per 2.730 studenti: 932 iscritti in prima, 697 in seconda, 631 in terza e 470 in quarta. Assenti per più di un quarto delle lezioni, i loro voti non sono nemmeno stati presi in considerazione in sede di scrutinio. I numeri sono particolarmente elevati tra gli istituti professionali, dove è addirittura uno studente su 25 ad aver lasciato gli studi per le assenze. La percentuale scende drasticamente nei tecnici (1,59%) e nei licei (0,72%). Parlando per province, le due in cui la situazione preoccupa di più sono Venezia (2,55%) e Rovigo (2,27%), mentre Belluno è la sola in cui il fenomeno interessa meno di uno studente su cento, lo 0,80%.

QUANTO HA INCISO IL COVID. «La pandemia ha sicuramente inciso molto, soprattutto per i ragazzi che hanno vissuto l’interruzione del 2020 e la dad negli anni di transizione da un tipo di scuola a un altro» spiega Pezzullo.Lo rilevano gli psicologi, lo spiegano i numeri: quelli delle bocciature, nell’anno scolastico 2020-2021, che non erano mai state tanto alte. È particolarmente vero per gli studenti delle seconde classi, che nel pieno Covid avevano affrontato il passaggio dalle medie alle superiori, appunto. Nel 2020-2021, per loro, la percentuale di bocciatura è stata dell’11,53%, quasi doppia rispetto al 6,39% di due anni prima. Ma, fatta eccezione per gli studenti di prima superiore, il numero di ragazzi che è rimasto bloccato alla fine dell’anno scolastico è cresciuto per gli alunni di tutte le classi.«Non è solo colpa del Covid. Come ogni emergenza, anche la pandemia ha amplificato un processo che già c’era». Un’acutizzazione di un fenomeno che ora rischia di peggiorare ulteriormente, con gli scenari di incertezza che si stanno aprendo con la crisi energetica. «E infatti il fenomeno dell’abbandono scolastico non è omogeneo nella sua distribuzione, ma tende a focalizzarsi su determinati segmenti, legati a problematiche di marginalità sociale o economica. Anche di fronte a difficoltà importanti, quando c’è una famiglia solida alle spalle, il ragazzo riesce ad accedere a percorsi di supporto sociale e psicologico. E quindi non si perde».gli indicatoriGli indicatori di un malessere che potrebbe sfociare in espressioni preoccupanti sono diversi. «Difficoltà fisiologiche, motivazionali, cali di rendimento. La perdita di interesse non solo nei confronti della scuola, ma anche verso attività come lo sport, la musica, le uscite con gli amici. Fino ai casi più estremi, come i disturbi del comportamento alimentare o l’abuso di sostanze».Disturbi che i medici sul territorio stanno registrando con sempre maggiore frequenza. Nasceva proprio dalla necessità di intercettare tutte queste situazioni il “bonus psicologo”. Due anni fa, invece, il Ministero della Salute aveva inoltre firmato un accordo con l’Ordine degli psicologi, in base al quale ogni scuola italiana si era dotata di uno specialista, per aiutare gli studenti. Progetto, anche questo, che si era rivelato molto utile, ma che non è poi stato rifinanziato.«Gli adolescenti creano un nuovo codice, in rottura con quelli delle generazioni precedenti» dice Pezzullo, «E io sono fiducioso che anche questa volta ce la faranno. Ma il periodo che stiamo affrontando è straordinario, e allora anche i ragazzi vanno aiutati».

Laura Berlinghieri