Il Gazzettino – Osservatorio
Una delle sfide che i giovani devono scontare, più che le generazioni precedenti, è quella di trovarsi di fronte a tante possibilità immaginate. «C’è l’illusione che con il virtuale tutto sia possibile: avere altre identità, entrare in contatto con chiunque e diventare tutto ciò che si desidera», afferma con decisione Fortunata Pizzoferro, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto.
Si creano aspettative?
«A volte così insostenibili da portare i giovani a ritirarsi all’interno della propria stanza. Se immagino che nella vita potrei fare tutto, ma temo di fallire, ho paura e mi rinchiudo in me stesso. In passato le scelte erano più obbligate: rimanere nel paese dove si era nati, farsi una famiglia, trovare un lavoro fisso. Oggi il flusso del mondo moderno dà un’idea di libertà che spaventa. Può aumentare il peso delle scelte e a chi non sente di sostenerlo, provoca un senso di impotenza e immobilismo. Molti giovani si chiudono: dentro di sé, dentro casa, evitano relazioni dal vivo, perché nel virtuale si possono mettere in gioco di meno».
Il Covid ha fatto emergere situazioni di precarietà?
«In un’età di trasformazione e costruzione, se non si ha una struttura sufficientemente solida e si incontra una situazione critica, può capitare di non riuscire a reggerla. La vita è fatta di sfide ed è positivo che una fragilità emerga per affrontarla e risolverla».
Come essere genitori oggi?
«In passato un bambino era allevato da un nucleo familiare esteso, oggi le famiglie sono spesso composte solo dai genitori e un unico figlio. Il carico educativo non può essere condiviso e le aspettative si concentrano sulla realizzazione di quell’unico figlio».