Rassegna Stampa

Calano i contagi, ma in provincia di Padova ci sono 1250 classi in quarantena

Cala l’onda dei contagi, ma è ancora presto per vedere un ritorno alla normalità nelle scuole. I numeri restano altissimi: attualmente in tutta la provincia di Padova si registrano 1.250 classi in quarantena e ciò significa che sono oltre 20 mila gli alunni di ogni età costretti a fare lezione da casa. Al quadro vanno aggiunte anche 1.300 classi in auto-sorveglianza. Dopo l’impennata di dicembre la situazione si era placata con le vacanze di Natale, ma dal 10 gennaio in avanti la crescita dei casi è stata nuovamente costante. Fino ad arrivare, appunto, ai dati altissimi di oggi.


LE REGOLE

Mentre i presidi padovani sono alle prese con i nuovi protocolli (le quarantene vengono applicate in automatico senza più bisogno dell’intervento del Sisp), a Roma il governo è pronto a cambiare nuovamente le regole. Nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri dovrebbe infatti decidere l’annunciata semplificazione delle quarantene con l’estensione alle elementari delle regole già in vigore alle medie e alle superiori: si andrà in Dad solo a partire dai tre casi di positivi in classe e i tempi di un’eventuale didattica a distanza scenderanno a soli cinque giorni. Ieri queste notizie giravano vorticosamente nelle chat dei dirigenti scolastici padovani, accolte con moderata soddisfazione.


I PUNTI TAMPONE

Intanto, per reggere l’urto di un così alto numero di classi in quarantena, l’Ulss Euganea ha deciso di continuare a tenere aperto il nuovo punto-tamponi al Padiglione 6 della Fiera di Padova con una capacità di accogliere 600 alunni al giorno. Dopo l’ospedale Ai Colli e lo stadio Euganeo, da alcune settimane è stato attivato un altro spazio per decongestionare l’attività e dare manforte nell’emergenza scolastica. L’Ulss precisa che il nuovo centro è rivolto esclusivamente alle scuole e ci si può accedere sempre e solo su indicazione del Sisp.


L’ESPERTA

La raffica di quarantene comporta problemi pratici ma anche psicologici. «A mettere in crisi i bambini non è tanto la quarantena, ma il modo in cui viene gestita – spiega Fortunata Pizzoferro, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto – Seppur rinchiusi tra le mura di casa, risulta fondamentale conservare le abitudini quotidiane e prevedere momenti di socializzazione. E’ importante svegliarsi sempre alla stessa ora, fare colazione, vestirsi, fare pause e così via. Per i più piccoli è normale stancarsi facilmente durante la didattica a distanza, ecco perché alcune insegnanti giustamente prevedono pause più frequenti».
Il tempo passato in casa può essere molto lungo e noioso, ma grazie al gioco e alle interazioni è possibile alleggerire il carico. «E’ necessario stimolare i bambini con attività coinvolgenti – aggiunge la dottoressa Pizzoferro – Il rischio è che non ci siano figure adeguate in grado di seguirli a casa. I genitori in genere devono lavorare e, se non sono in ufficio, sono in smart working e comunque impegnati su altro. Non tutti i bambini, in particolare i più piccoli, sono abbastanza evoluti a livello cognitivo per seguire con attenzione le attività da remoto. Ciò, purtroppo, aumenta il gap per gli svantaggiati». Importante anche creare appuntamenti condivisi nella giornata tra bambini e ragazzi, anche in videoconferenza, per facilitare il superamento della solitudine.


IL BILANCIO

Scuole ma non solo, naturalmente. Il report di ieri parla di 668 nuovi casi di contagio in tutta la provincia di Padova. Il numero totale dei positivi è a quota 43.891, in calo da alcuni giorni. Stanno scendendo anche i ricoveri in Terapia intensiva: 24 nei due ospedali di Padova, 9 a Schiavonia, 3 a Piove, 6 a Cittadella e 3 a Camposampiero. La pressione sulle strutture sanitarie si allenta, la speranza è che la situazione migliori presto anche tra i banchi di scuola.

Testata: Il Gazzettino (Ed. Padova)

Giornalisti: Elisa Fais, Gabriele Pipia