L’arena
Sono nati in città e in provincia (a Legnago, San Bonifacio, Domegliara e Villafranca) alcuni punti ad accesso gratuito dove psicologi, educatori professionali e operatori sanitari sono disponibili all’accoglienza e
all’ascolto degli adolescenti e dei giovani adulti dai 14 ai 24 anni.
L’attività è gestita dalla Ulss 9 in stretta sinergia con le scuole e rientra tra quelle offerte dalla neonata Unità Funzionale Distrettuale Adolescenti, la cui organizzazione è regolata dalla delibera regionale con la quale il Veneto disciplina la riorganizzazione dei servizi di salute mentale. È un progetto dai risvolti estremamente pratici di cui si parlerà durante
un convengo in programma sabato 17 dicembre. E con l’occasione, l’Area Servizi sociosanitari della Scaligera, diretta da Raffaele Grottola, presenterà i primi risultati. L’obiettivo, oltre a fornire supporto a chi ha problemi della sfera emotiva e comportamentale, è quello di ridurre la difficoltà di accesso ai servizi di salute mentale.
Aspetto, quest’ultimo, emerso con forza durante la Conferenza
regionale veneta Salute Mentale promossa dalla Regione, che ha riunito in Gran Guardia, ieri mattina, 700 professionisti sanitari e sociali, associazioni del terzo settore ed enti locali. Si è parlato di tantissimi
argomenti, ma il focus ha riguardato gli adolescenti e i giovani, poiché dal 2015 a oggi l’accesso ai servizi regionali di salute mentale ha registrato una prevalenza di utenti nella fascia d’età dai 18 ai 24 anni e in questi
tre anni di pandemia i disturbi del comportamento alimentare sono letteralmente esplosi nella fascia dai 15 ai 19 anni. «La cittadinanza e in particolare i giovani e giovanissimi stanno esprimendo un disagio che
fatica a ricevere risposte adeguate», evidenzia Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto.
«Basti pensare al Bonus Psicologo. In Veneto sono arrivate 30mila richieste, il 50 per cento da parte di under 35. Purtroppo sarà possibile
coprirne soltanto il 10». Non è un mistero che l’ambito della salute mentale sia stato sotto finanziato rispetto alla spesa sanitaria generale, ma il nuovo modello organizzativo e gestionale attivato dalla Regione Veneto vorrebbe invertire questa tendenza.
«Tra le iniziative più recenti, abbiamo previsto un finanziamento aggiuntivo di nove milioni di euro a favore dei centri diurni per persone
affette da patologie psichiatriche», spiega l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che nel corso della Conferenza ha annunciato l’avvio di sei tavoli tematici sulla Salute mentale: dalla prevenzione alla lotta allo stigma, con l’obiettivo di elaborare proposte concrete da portare all’incontro finale nel marzo 2023.