Il Mattino di Padova
Sono venti gli esposti presentati contro i finti psicologi. È quanto emerso nel corso del convegno “Abuso della professione, dialogo tra ordine e giustizia per tutelare la cittadinanza e la comunità professionale” organizzato allo Sheraton dall’Ordine degli Psicologi del Veneto e al quale hanno partecipato Guardia di Finanza e Carabinieri: «La Commissione negli ultimi tre anni, ovvero fino al 31 luglio di quest’anno» spiega Michele Orlando, coordinatore Commissione Tutela dell’Ordine degli Psicologi del Veneto «ha istruito 250 pratiche, circa 100 all’anno, aoltre a e richieste di chiarimento, ovvero i quesiti. Venti gli esposti relativi a sospetti casi di abuso della professione: 16 le diffide per presunta usurpazione di titolo e per dichiarazione di attività potenzialmente sovrapponibili o che potrebbero generare confusione. Altre 20 pratiche sono state inoltrate ad altri Ordini per competenza territoriale, circa 280 i quesiti di altro genere. Come tutelarsi? Nel caso di sospetta violazione delle norme c’è la possibilità di fare una prima verifica controllando se la persona in questione sia regolarmente iscritta all’Albo Unico degli Psicologi sul sito dell’Ordine».Gli abusi di professione psicologica sono aumentati dopo il Covid. «È complesso riconoscere un abuso di professione in ambito psicologico» spiega Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine del Veneto «sono forme di abuso strutturate. In Italia c’è un mercato dell’abusivismo psicologico ampio e articolato, di difficile identificazione che approfittando della difficoltà di definizione chiara e univoca ha costruito un sottobosco. Abbiamo fondato la Commissione Tutela perché la salute pubblica è importante e per riuscire a mettere un filtro a queste situazioni di abuso. Il livello di “creatività” è alto. Per questo è necessario sviluppare simmetricamente delle tecniche, degli approcci, delle reti istituzionali per il riconoscimento di questi reati». —