Rassegna Stampa

«Non si fa cassa sulla salute
I dottori perno della società»

Oggi gli ultimi appuntamenti a S. Giustina dedicati a temi e sfide della categoria
Crisarà: «La persona va rimessa al centro, non ci sono solo gli aspetti sanitari»

Il Mattino di Padova

“Il medico nella città: inclusione e coesione sociale” questo il tema cardine della Giornata del medico e odontoiatra 2022 di Padova, che come ogni anno apporta nuove riflessioni sulla professione. Il primo appuntamento della due giorni che si concluderà oggi al teatro Verdi con un concerto dell’Orchestra Padovana e del Veneto e il giuramento dei nuovi iscritti all’albo 2021, è stato ospitato ieri all’abbazia di Santa Giustina e ha messo in luce il ruolo della solitudine, il fenomeno dell’esclusione sociale e le criticità del Sistema Sanitario Nazionale. Quindi, per fronteggiare questa nuova sfida anche i medici sono chiamati a diventare referenti per i disagi che colpiscono tanto gli adolescenti quanto le persone in condizione di fragilità e, in generale, le famiglie.

«Dobbiamo rimettere la persona al centro e farci carico di aspetti che non sono solo prettamente sanitari, ma che hanno a che fare con fenomeni psicologici e meramente umani come riporta l’articolo 3 del Codice Deontologico» ha sottolineato Domenico Crisarà, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Padova che conta oggi 8.687 iscritti. «Siamo davanti a cambiamenti epocali di tutto il Paese; una volta c’erano molti luoghi d’aggregazione come parrocchie, patronati, sale da ballo, insomma spazi dove le persone entravano in contatto tra loro, aiutandosi e socializzando. Ora lo vediamo anche con gli adolescenti, ad esempio il fenomeno delle baby gang, i ragazzi non hanno più ambienti “sani” in cui confrontarsi e imparare a rapportarsi con il prossimo. Ecco allora che il medico dovrà lavorare anche sulla socialità della sua comunità, dei suoi pazienti, ma a patto che la politica s’impegni a fornire uomini e mezzi». Su questo punto il presidente è chiaro e non le manda a dire: «Non serve abolire il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, dobbiamo invece fare una corretta programmazione in base alla società che verrà da qui ai prossimi 25 anni; capire quali saranno le patologie emergenti, le cronicità e se ci sarà bisogno più di geriatri che di pediatri, visto il dato sconfortante della denatalità in Italia. La politica, quella seria, deve saper fare pianificazione e non buttare idee giorno per giorno».

Crisarà ha ricordato anche come il Sistema Sanitario Nazionale funzioni grazie al senso del dovere e all’umanità di tutti i lavoratori del comparto: «L’ho visto io personalmente, specialmente ora che mi trovo dalla parte del paziente» dice «uomini e donne, infermieri, Oss, medici, tutti lavorano con amore e dedizione, non certo per lo stipendio che nella maggior parte dei casi non è all’altezza delle professionalità espresse, ma per passione. Quindi auspico che nessuno si azzardi a fare ancora tagli lineari come quelli del 2004, perché le conseguenze le stiamo ancora subendo. La sanità non deve essere un’azienda con un bilancio che punta al pareggio o al guadagno, ma una realtà che ha come obiettivo esclusivamente alla salute del cittadino, con l’obiettivo di una popolazione sana, costi quel che costi».

La giornata istituzionale dell’Ordine ha quindi messo in evidenza le criticità sociali, psicologiche dei pazienti e le nuove fragilità della collettività, ma ha anche indicato come servano risposte concrete: finanziamenti e investimenti ad hoc. «Siamo davanti a una società a mosaico dove ogni soggetto è diverso e ha necessità differenti» ha specificato Luca Pezzullo presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto «i nuovi sistemi sanitari dovranno tener conto di una collettività fatta di esigenze disuguali e del fatto che la salute dovrà essere approcciata a 360 gradi garantendo tutte le richieste soggettive, dovrà guardare allo specifico per riuscire a generare una nuova inclusione sanitaria»