Inizia domani il primo degli otto incontri per il ciclo “Fate le brave”, un progetto di Educazione finanziaria per contrastare la violenza economica di genere, promosso e realizzato dall’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto con Il Cantiere delle Donne. Gli incontri proseguiranno sino a maggio 2023 e saranno tenuti prevalentemente da donne e dedicati alle donne. «Fate le brave», il nome del progetto, gioca sul passaggio da italiano a inglese, lingua in cui “brave” significa coraggioso.Apre il ciclo l’incontro in programma domani alla Fornace Carotta alle 18.15 sul tema: “La violenza sulle donne: chi, come e perché?” con relatrici Micaela Faggiani, giornalista professionista con “Le parole giuste quando si parla di violenza”; Liviana Gazzetta, dottore di ricerca con “La cittadinanza incompiuta delle donne”; Francesca Gislon, avvocata con “Violenza sulle donne: un fenomeno nascosto”; Federica Sandi, psicologa con “Il vissuto della violenza”; Roberta Sgreva, consulente finanziaria con “Cosa è la consapevolezza finanziaria”.La violenza economica è estremamente subdola e dannosa.
«Non poter gestire in autonomia le proprie finanze mette la donna in una condizione di dipendenza economica ma anche emotiva e psicologica» sottolineano le organizzatrici, «molte lavoratrici lasciano la gestione del conto al marito “che è più capace”; donne che lavorano a tempo pieno “in casa” come madri e casalinghe e raccontano che sono costrette a “fare la cresta sulla spesa” per poter andare dal parrucchiere, vissuto come un lusso».
«Quello che colgo e che mi colpisce durante gli incontri di psicoterapia con donne che chiedono supporto» riporta Federica Sandi, Segretario e Consigliera dell’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto «è la loro difficoltà a riconoscere di essere oggetto di violenza psicologica, non solo da parte del compagno o marito ma anche da parte di fratelli o di padri, sul posto di lavoro. L’atteggiamento di queste donne è: “sono io che ho fatto qualcosa di sbagliato”. Fanno fatica a parlarne anche in terapia. Il problema è che siamo immersi in stereotipi trasmessi da secoli e che molte donne fanno propri: ovvero essere meno portate per le materie economiche, meno capaci di interessarsi al denaro e più votate alla relazione, alla dimensione sociale e familiare. E quindi diventa “normale” appaltare al maschio di casa l’ambito economico con la conseguente accettazione che egli agisca in un certo modo perché non siamo abbastanza brave»